I “cacciatori di Calabria” setacciano il Gargano. Forse si sono alleati più clan per eliminare il boss Romito.
Ulteriori 15 perquisizioni concentrate sul Gargano, ma non solo, sono state eseguite dai carabinieri nelle ultime ore nell’ambito delle indagini sul quadruplice omicidio: in casa di un viestano sequestrati alcuni proiettili. Da mercoledì sono 80 le persone controllate, ma non tutte quelle che gli investigatori hanno cercato sono state rintracciate: all’appello manca una mezza dozzina di montanari e viestani, ritenuti vicini al clan Libergolis e alle «batterie» viestane, che sono spariti dalla circolazione per libera scelta.
Da ieri sono al lavoro anche i «cacciatori di Calabria», 18 unità scelte dell’Arma specializzate in battute e ricerche nelle zone più impervie. Uno «squadrone» solitamente impiegato per la ricerca di latitanti (e in passato di vittime dell’«anonima sequestri») e in questi giorni impegnato nell’area di Vieste. Sono complessivamente 192 i rinforzi di polizia, carabinieri e finanzieri fatti confluire da tutta Italia in Capitanata dopo la mattanza per contribuire con le forze dell’ordine locali in un piano straordinario di controllo del territorio. Cinque le macroaree dove si concentrano posti di blocco, controlli e perquisizioni: Foggia; Cerignola-Orta Nova; Vieste; Manfredonia-Monte Sant’Angelo-Mattinata; e il triangolo San Severo-Apricena-San Marco in Lamis.
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